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abruzzoLENTO

Friday July 1st, 2016 | Progetti

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abruzzoLENTO è direttamente collegato ad un progetto di ricerca sociologica finanziato da un assegno regionale post-doc nell’ambito del PO FSE 2007-2013 (Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione) ed erogato dall’Università di Teramo, dal titolo “Slow Travels: itinerari eco-turistici a mobilità lenta per la valorizzazione dell’Abruzzo”. La ricerca, condotta da Rita Salvatore con la responsabilità scientifica di Everardo Minardi, è portata avanti anche in virtù di un partenariato con E.A.R.T.H. Academy(European Academy for Rural Tourism Hospitality) –Fattorie Faggioli e Mediterranean Mosaics, e di una collaborazione con FITETREC-ANTE (Federazione Italiana di Turismo Equestre), con il T.O. Wolftour, con SocioScape (Istituto per la ricerca sociale applicata) con Bikeexplorer. L’obiettivo-guida riguarda l’attivazione di un percorso di animazione territoriale per la progettazione partecipata di itinerari e di pacchetti turistici a mobilità dolce (mountain bike, cavallo, trekking) che mirano a riqualificare una fitta rete di ippovie esistente nelle aree interne abruzzesi.

Il percorso di studio, avviato alla fine del 2011 e di durata biennale, ha carattere applicativo ed è finalizzato all’analisi e alla elaborazione di un modello di gestione dell’offerta turistica verde di tipo innovativo ed integrato. Questa finalità viene raggiunta attraverso la progettazione di percorsi integrati che – coniugando gli aspetti connessi alla vacanza attiva con la valorizzazione del paesaggio, delle culture e delle produzioni locali – si pongono non solo come base per la differenziazione dell’offerta ma anche come specifica modalità di avvicinare al turismo rurale abruzzese con rinnovata sensibilità.

Di fondamentale centralità per la ricerca è il percorso partecipativo che assegna agli attori territoriali un ruolo prioritario, in termini di organizzazione sociale del prodotto, oltre che di interpretazione del patrimonio in dotazione. Per questa ragione, sono stati attivati percorsi di animazione sociale, finalizzati alla costruzione e/o al rafforzamento delle reti tra le istituzioni locali e gli operatori della ricettività, tra i gestori di centri equestri e i produttori locali, tra le guide turistiche e gli istruttori sportivi, tra le associazioni sportive e i tour operator. Ciò avviene su presupposti volti ad individuare possibili vie di uscita dalla crisi dei sistemi rurali tradizionali e di ingresso nelle attuali sfide lanciate dal turismo natura. La metodologia di base cui si fa riferimento è inquadrabile nell’Action Research. Tra le tecniche di ricerca verrà privilegiata quella dell’Open Space Technology.

Partendo dalla semplice considerazione che l’Abruzzo sia annoverata come la regione più verde d’Europa (grazie alla presenza di ben quattro parchi nazionali e un parco regionale) appare evidente come modalità più environment friendly di fare vacanza siano giunte a rappresentare – almeno a livello potenziale – una vera e propria vocazione territoriale. Una vocazione che, però, per raggiungere performance più soddisfacenti delle attuali, necessiterebbe sicuramente di maggiori attenzioni, anche da parte della ricerca scientifica. Al fine di favorire tale percorso di analisi e di approfondimento si farà riferimento a casi sia italiani che esteri, come possibili modelli di riferimento. Per quanto riguarda il contesto nazionale, ci si è sono affiancati all’esperienza pluridecennale di Fausto Faggioli e della European Academy for Rural Tourism Hospitality (E.A.R.T.H. Academy). I laboratori da loro avviati in tutta Europa, e nell’area mediterranea in particolare, rappresentano un interessante esempio di sperimentazione dal quale partire per l’avvio di progetti innovativi nel campo del turismo rurale. A livello internazionale, invece, l’esperienza formativa è stata arricchita grazie all’opportunità di un periodo di visiting research presso l’Istituto per il Turismo dell’Università per le Arti e le Scienze Applicate di Lucerna. Attraverso attività di collaborazione con il team di ricerca dell’Istituto, e la supervisione del prof. Giovanni Danielli in particolare, è stato possibile approfondire la conoscenza sul modello di turismo lento sperimentato nei parchi svizzeri ed avviare analisi di tipo comparativo.

Il progetto si chiuderà, oltre che con un report di natura scientifica, anche con la traduzione dei risultati in veri e propri pacchetti turistici, affidati nelle sapienti mani di un giovane e dinamico Tour Operator come Wolftour per essere posizionati su specifici mercati internazionali.

Viva il Lupo!

http://abruzzolento.wordpress.com